Napoli-Juventus più di una partita, è un’occasione vera e propria sotto diversi punti di vista. Al di fuori dal campo perché rappresenta la sfida Borboni contro Savoia, il Sud che resta contro il Sud che emigra, la cultura dell’alibi contro quella della responsabilità – come hanno scritto Vincenzo Imperatore e Darwin Pastorin nel loro libro Juve-Napoli, Romanzo popolare.
Ma oltre agli esercizi di stile – o di memoria – nel ricordare le plurime divergenze culturali tra Napoli e Torino, c’è anche calcio allo stato puro. Infatti, Napoli-Juventus è anche un’opportunità per godersi una partita intensa, fatta di temperamento e spunti brillanti tra due squadre che hanno scandito i tempi degli ultimi campionati.
In un Maradona che ruggisce ad ogni tocco di palla la Juventus si divide in calciatori totalizzanti e tigri di carta. Nei primi troviamo Locatelli, Thuram e Yildiz.
Specialmente il turco, che con ogni controllo riconcilia tutti gli innamorati del calcio sotto la stessa fede. La sua qualità, la sua genialità e l’incoscienza giovanile che gli permette di temporeggiare davanti la porta per evitare l’intervento del difensore, sono un insieme di note che rientrano nello spartito dei predestinati.
Ma, proprio mentre si tessono le lodi dei giocatori che rubano l’occhio, la partita regala emozioni ai pragmatici e gli amanti delle statistiche. Randal Kolo Muani, al sesto pallone giocato, sblocca la partita al primo tiro eseguito verso la porta di Meret, che pochi minuti prima aveva sfregiato la Gioconda di Yildiz.
UOMINI FORTI, DESTINI FORTI!
l Napoli, nel secondo tempo, cambia l’intensità del proprio passo e si affaccia prepotentemente all’area di rigore avversaria. Nella stessa azione McTominay regala una posa meravigliosa ai fotografi e Lukaku svetta di testa, ma Di Gregorio risponde con un intervento provvidenziale. L’appuntamento con il gol, però, il Napoli lo rimanda soltanto: al termine di un’azione prolungata Anguissa approfitta di un leggero ritardo di McKennie e, con uno stacco imperioso, riesce a battere l’estremo difensore bianconero.
La formazione di Conte è arrembante e non lascia spazio a quella di Thiago Motta, che viene letteralmente ingabbiata nella sua metà campo. Con un fraseggio rapido al 61′ il Napoli riesce a mandare in porta lo scozzese, ma viene atterrato in area da Locatelli.
Il penalty viene trasformato magistralmente da Romelu Lukaku, che completa la rimonta con il duecentesimo gol realizzato nei top cinque campionati europei. La partita continua a ritmi sostenuti, ma il Napoli è costruito dal suo allenatore per reggerli e non perde mai la concentrazione e la lucidità. Forse proprio perché questa squadra è forgiata con animo juventino, quello vecchio stampo, secondo cui vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta.
Sembrerà anacronistico, ma prestazioni del genere rievocano una frase che nel capoluogo campano è tanto cara: uomini deboli, destini deboli. Uomini forti, destini forti. E questo Napoli è spaventosamente forte, così tanto da ruggire in faccia ad una Juventus – fino a quel momento – imbattuta.
Di Lorenzo Maria Napolitano