Simeone: “Che bello vincere lo scudetto a Napoli”

Ultime notizie SSC Napoli  – L’attaccante del Napoli, Giovanni Simeone, ha parlato ai canali social del club partenopeo raccontando in generale la sua vita privata nell’appuntamento settimanale di “Drive&Talk”, il nuovo format del canale Youtube della Ssc Napoli: “Qual è la mia routine quotidiana? Solitamente mi sveglio alle 8:30, anche se l’allenamento è inizia alle 11:00 e dobbiamo essere lì per le 10:00. Mi piace arrivare un po’ prima perché faccio colazione al centro sportivo e vedo i compagni come stanno, mi piace portare allegria nello spogliatoio.

Il mio quaderno nero dove scrivo di calcio?Ho un’app dove vedo tutto ciò che riguarda il calcio. Tipo le statistiche, i gol e quant’altro e quindi appena ho un momento libero mi metto a vedere la squadra avversaria e mi scrivo tutte le curiosità. Il giorno prima di ogni partita prendo il mio taccuino e mi scrivo tutte le cose che ho avuto in mente durante la settimana. Diciamo che mi piace essere un piccolo allenatore per me stesso.

Se noi calciatori studiamo gli avversari? Ci sono pochi attaccanti che lo fanno. Diciamo che è una cosa che ti deve venire spontanea. Io studio i portieri ad esempio. Tante volte i portieri quando vedono un attaccante che sta per tirare si comportano in maniera diversa. C’è chi fa un piccolo salto, chi mette le braccia indietro e perde tempo, c’è chi sta fermo. Mi ricordo la partita dell’anno scorso Napoli-Roma, avevo segnato che quando dovevi tirare vicino al portiere, dovevi tirare alto perché lui non aveva il tempo di arrivare. Ho detto “se devo tirare da lontano, meglio tirare basso. Se devo tirare da vicino, meglio tirare alto.

Se è stato mio padre a trasmettermi la passione per il calcio? Diciamo che questa cosa vi voler sapere tutto per la mia curiosità parte da me. Mi ricordo che da piccolo non immaginavo di arrivare in un posto come Napoli e vincere lo scudetto. Per me era una cosa impossibile, non pensavo di avere la qualità che forse oggi ho acquisito durante gli anni. Ho sempre voluto di più, questa cosa mi ha aiutato. So quali sono i miei limiti, li riconosco e vado avanti sapendo quello che ho. So che qualitativamente i miei compagni sono molto più forti, ma la testa conta e gioco con quella.

Come fa un attaccante anche di spalle a sapere sempre dove si trova la porta? È questione di allenamento. Mi ricordo che papà mi diceva da piccolo “Quando stai per tirare in porta guarda la palla non la porta. La porta è sempre lì, non si muove. Se colpisci bene la palla, sai già dov’è la porta”. Giocando sempre impari dov’è.

Se scrivo solo di calcio oppure anche di me? Beh a Firenze, cinque anni fa, c’è stato un periodo in cui scrivevo di me, tipo diario. Scaricavo le mie emozioni, momenti belli e brutti fin quando non ho conosciuto Giulia e ho chiuso un capitolo. Il giorno in cui ho smesso di scrivere – continua Simeone – è stato il giorno in cui mi sono sposato. Scrivevo quando ero un ragazzino e soffrivo perché ero solo e non sapevo starci. Poi ho iniziato a capire che stavo bene, poi quando ho capito che con me stesso stavo bene ho trovato Giulia”. Conclude Giovanni Simeone

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