L’ex attaccante del Napoli ed attuale calciatore del Galatasaray, Dries Mertens ha rilasciato un’intervista al collega John Obi Mikel per Obi One Podcast affrontando tanti i temi, a cominciare dalla scelta del nome di suo figlio: “Ho chiamato mio figlio Ciro perchè ho trascorso nove anni a Napoli, e lui è nato proprio durante l’ultima stagione. Sapendo che presto me ne sarei andato, ho voluto dargli quel nome per portarmi dietro per sempre un pezzo di magnifica città. All’inizio mia moglie Kat non era d’accordo ma alla fine ha cambiato felicemente idea.
Differenza tra Turchia ed Italia? Il Galatasaray è un club di grande fama mondiale e a differenza di Napoli la Turchia ha una presenza globale molto più grande per numero di persone. Anche se a Napoli il calcio è praticamente come una religione, per renderti conto dell’importanza bisogna prima sapere e capire la loro storia. Maradona ha cambiato tutto, portando il primo Scudetto in una città del Sud.
Il Napoli ha vinto lo scudetto dopo che sono andato via? Sono comunque contento perchè noi all’epoca abbiamo fatto un percorso bellissimo, soprattutto in Champions. La vittoria con Spalletti è stata il coronamento di anni di lavoro. Poi Osimhen e Kvaratskhelia sono stati protagonisti assoluti.
Il mio record di gol con la maglia azzurra? Diventare il miglior marcatore della storia del Napoli è stato incredibile. Quando arrivai, partivo spesso dalla panchina, poi man mano ho iniziato a giocare un pò di più e quindi a fare gol ed assist.
Ricordo ancora benissimo quando Higuain andò via e Milik si infortunò: Mister Sarri mi disse: “Adesso giochi tu da attaccante”, e quella per me fu una stagione d’oro con 35 gol segnati.
Il mio ricordo di Sarri? Mister Sarri ci faceva fare un gioco spettacolare.
La squadra più ostica che ho affrontato? “Sicuramente la Juventus. Non ho dubbi. Nessuno potrà mai dimenticare i nostri 91 punti, un record per il Napoli, eppure lo Scudetto lo vinsero loro.
Il mio gol più bello? Il cucchiaio contro il Torino mi fa rivivere emozioni ancora oggi.
Osimhen? Beh, se oggi è nella top 3 degli attaccanti mondiali un motivo ci sarà. Di lui spero solo che continui a credere in se stesso e soprattutto sa bene che gli voglio tanto bene“. Conclude Mertens