Il centrocampista del Napoli Stanislav Lobotka è intervenuto ai microfoni di DAZN per una nuova puntata di My Skills, il format in collaborazione con EA SPORTS FC 25 in cui i giocatori del massimo campionato italiano di calcio si raccontano sul campo.
Queste le dichiarazioni del centrocampista partenopeo: “Quanti giocatori penso ci siano sopra di me al mondo, nel mio ruolo? Forse 2 o 3. Ma dipende, ogni allenatore preferisce un tipo diverso di giocatore. Alcuni preferiscono il numero 6 forte fisicamente, altri quello che crea più gioco. È difficile da dire, ma penso di poter essere fra i migliori 5 al mondo.
La vittoria dello scudetto? È sempre bello vincere una volta, ma è anche difficile ripetersi. Lo voglio davvero anche quest’anno, ma so che è molto difficile. Sappiamo che c’è l’Inter, c’è l’Atalanta, loro giocano molto bene e quello che possiamo fare noi è solamente spingere in ogni allenamento per dare al Mister ciò che vuole in campo. Voglio davvero vincere, ma a volte la gente, quando siamo stati in testa di 3-4 punti, volava già in alto: “Dai ragazzi, vincete lo Scudetto!”. Ma non è così facile come la gente pensa!
Se c’è una squadra in particolare che mi fa soffrire da avversario? È l’Atalanta, “odio” giocare contro di loro! Sono una grande squadra, e con il loro tipo di gioco uomo su uomo, a tutto campo, non mi lasciano un centimetro. È sempre durissima contro di loro, ma ad esempio ti posso dire anche contro il Venezia o il Verona. Cercano sempre di bloccarmi e marcarmi stretto, non è facile per me.
La mia giocata dei sogni? Sto giocando la finale di Champions League: è il 90’, siamo 1-1 e tra poco ci sono i supplementari. Ricevo palla e inizio a correre, gli avversari mi inseguono. Faccio un 1-2 con l’attaccante, lui me la scarica e io calcio! Sì, cerco spesso di visualizzare le prossime partite e ricreo delle situazioni di gioco. Spero che questo scenario possa avversarsi nella mia vita!
Cosa penso di mister Conte? Prima che arrivasse, io lo sapevo già: sapevo che fosse davvero un grande allenatore. Lo avevo già sentito da Skriniar, quando giocava all’Inter: i suoi allenamenti sono molto duri! Mi ha dato molte cose, ha spinto me e la mia mentalità ad un altro livello. Il primo giorno in cui è arrivato, non aveva ancora detto nulla ma appena entrato nella nostra stanza, potevi già percepire la sua personalità. E quando ho visto come ci allenavamo, come volessimo giocare, mi sono detto: “Ok, è il miglior allenatore che potessimo scegliere”. Quando abbiamo iniziato a correre, ho capito… “Wow, sarà dura quest’anno!”. Ma alla fine pensi che ovunque sia andato, lui ha vinto. Sai che è difficile, ma allo stesso tempo pensi: “Ok, è difficile: ma lui può portarmi ad un altro livello”. Conclude Lobotka