Negli ultimi anni il tifo azzurro si sta espandendo enormemente e dopo il traguardo raggiunto la scorsa stagione, il Napoli sta diventando a tutti gli effetti un top club a livello mondiale, anche grazie ai milioni di tifosi azzurri in tutto il globo. Oggi parte una rubrica dedicata ai Club Napoli in giro per l’Italia e non solo, e per inaugurare questo nuovo viaggio di EsserePartenopei.it abbiamo scelto di partire da Torino. Non a caso, ovviamente! Ai nostri microfoni è intervenuto Pietro Mitrione, Presidente del Club Napoli Cuore Azzurro di Cambiano (TO), originario di Portici e già dalla tenera età un grande tifoso del Napoli. Nel corso della sua vita per motivi lavorativi si trasferisce a Cambiano, in provincia di Torino, e dopo tante riunioni fatte con i vari amici napoletani residenti come lui in Piemonte decide di creare un Club con sede nell’ ex edificio della Lega Nord.
Il Club Napoli Cambiano raggiunge un numero di persone incredibile durante gli anni di Mazzarri al Napoli: oltre 240 iscritti, ma che durante il Covid purtroppo, il numero di fedelissimi scende notevolmente per poi risalire enormemente di nuovo dopo la vittoria del terzo scudetto.
Un posto che nel tempo è diventato a tutti gli effetti un punto di ritrovo per i tantissimi napoletani a Torino, e che rispecchia lo slogan del club in ogni sua dicitura: “un angolo di Napoli nel cuore del Piemonte”, alternando la passione per il calcio, alle serate con spettacoli teatrali e di poesia sempre all’insegna della città di Napoli.
DI SEGUITO L’INTERVISTA AL PRESIDENTE DEL CLUB NAPOLI CAMBIANO, PIETRO MITRIONE
Presidente, cosa ne pensa di questo Napoli e se Rudi Garcia merita fiducia. “Noi abbiamo avuto il top degli allenatori che dopo 33 anni ci ha fatto vincere il terzo scudetto, e che ha creato le condizioni per fare tutto ciò. Anche se bisogna dire che il merito è anche dei vari allenatori precedenti, contribuendo alla costruzione di questa grande squadra. Ma l’assemblaggio perfetto è stato fatto da Spalletti. Il merito è suo. Adesso abbiamo un allenatore che con tutto il rispetto deve trascinare una squadra che è come una Ferrari. I primi risultati non hanno reso, ma sono convinto di una cosa, una persona intelligente riesce a capire che se una cosa è bella e fatta, sarebbe bene non toccarla. O quanto meno toccarla giusto un pò.
Secondo lei chiunque sarebbe arrivato dopo Spalletti non sarebbe stato all’altezza di replicare una stagione importante come quella dell’anno scorso? “Non ho la palla di vetro ma seguo il calcio da quando avevo i pantaloncini corti, quindi da quasi 60 anni. Tecnicamente non sono nessuno per giudicare Garcia, però manca quello che si vedeva con Spalletti.
Ricordo Mario Rui che faceva da sponda a Kvaratskhelia e poi aspettava la palla per crossare: ora la risalita verso la porta della squadra è lentissima e macchinosa. Stessa cosa vale per Osimhen, spesso o sempre lasciato solo li davanti in attesa di palloni. Forse bisogna attendere ancora un po”
Aurelio de Laurentis, contestato in più occasioni da parte dei tifosi azzurri, ora è presente accanto al suo Napoli: mossa giusta? “Guardi io ho mosso delle critiche a De Laurentiis in alcune occasioni: ad esempio quando certe volte parla e invece farebbe meglio a stare in silenzio.
Come imprenditore invece, è da ammirare e da buon titolare d’azienda ha sempre messo in risalto che a comandare è lui. Quindi in questo momento ha di nuovo messo insieme tifosi, squadra ed allenatore”
Secondo lei nell’ultimo periodo si è vista una comunicazione ed un comportamento differente da parte di De Laurentiis? “Io parlo per quanto riguarda i Napoli Club perchè non posso parlare di un mondo che non conosco. Ma siccome houn figlio che fa parte di un gruppo Ultras posso solo dire che sono la spina dorsale del tifo“
I fatti di Verona ci hanno ricordato un pò le immagini degli anni 90’. “Io credo che la violenza sia comunque da condannare in qualsiasi momento, in qualsiasi epoca ed in qualsiasi campo.
Bisogna essere educati, leali e soprattutto sportivi. Quando il Milan vinse lo scudetto a Napoli, da parte mia ci sono stati solo applausi“
Ha notato cambiamenti concreti dopo queste 2 importanti vittorie del Napoli? Oppure è solo fuoco di paglia? “Ho visto che corrono di più e quindi qualche cambiamento c è stato. Ma ciò non toglie che a mio parere c’è ancora qualche meccanismo da collaudare”
Pensa che la squadra abbia finalmente ritrovato la propria personalità? Domenica c’è il Milan. “Per ora le vere “grandi” non le abbiamo ancora incontrate e quindi con il Milan sarà il primo vero banco di prova. Anche se detto tra me e lei il Milan è da qualche anno che lo soffriamo. Spero stavolta sia diverso e che i ragazzi trovino gli stimoli giusti per battere i rossoneri e ritrovare finalmente una personalità da grande squadra”
Qual’ è il suo pronostico per questa stagione? Il Napoli riuscirà a ripetersi? “Non lo so, ma passare dallo scudetto a una posizione di centro classifica sarebbe dura. Per ora bisogna puntare alle prime quattro posizioni in classifica per accedere alla Champions League e bisogna sempre restare vicini alla maglia. I presidenti passano, i giocatori pure, ma l’amore per la maglia non passera mai”
Cos’è l’amore per la propria squadra per una persona che vive lontana dalla sua terra da quasi 50 anni? “È praticamente tutto. Potrei rispondere alla domanda con questa semplice risposta: TUTTO! Per un napoletano il calcio non è solo sport, è storia”
Con queste parole si conclude la nostra conversazione con Pietro Mitrione, che ci ha deliziato con una perla di saggezza: “ESSERE TIFOSO DEL NAPOLI NON E’ SOLO AVERE LA PASSIONE PER IL CALCIO. NOI POSSIAMO RACCONTARE AL MONDO INTERO CHE IL MERIDIONE E’ STATO SEMPRE UNA TERRA RICCA IN TERMINI DI CULTURA E AMORE”
Francesco Apicerni











