NAPOLI. La storia tra Rudi Garcia e il Napoli è giunta ormai alla sua fine. Tra delusione (e aspettative), prestazioni mai appieno convincenti e le tensioni sempre più crescenti dell’ultimo mese, De Laurentiis sceglie la strada dell’esonero, per la terza volta nei suoi diciannove anni alla guida del club. Il tecnico francese saluta Napoli prima di un tour de force decisivo, con Atalanta, Real Madrid, Inter e Juventus all’orizzonte. Poco meno di un mese in cui il Napoli vedrà nelle dirette rivali l’ultima occasione per aggrapparsi alle ambizioni di contesa del titolo. Starà proprio a Walter Mazzarri, protagonista di quei primi giorni di ottobre del 2009, (ri)consegnare alla squadra consapevolezza e determinazione. Chiediamo, dunque, a Pià chi in quel mese vestiva la maglia azzurra, accingendosi a seguire la guida proprio del toscano cosa possa garantire un cambio in panchina a stagione in corso.
Ne parliamo con Inácio Piá, attaccante degli azzurri dal 2005 al 2007 e dal 2008 al 2010.
«Diciamo che, adesso che si e giunti al termine dell’avventura di Garcia a Napoli, non è mai facile cambiare I allenatore e riuscire a garantire la sterzata che servirebbe.
Quando si arriva ad un cambio – dice Pià – di guida tecnica non è mai colpa soltanto dell’allenatore, è chiaro vi siano responsabilità da ripartire tra tutti. Ripetersi, dopo la stagione trionfale di Spalletti, non era affatto semplice. L’inizio degli azzurri, in questo campionato, non è stato brillantissimo ma, per me, cambiare l’allenatore, in questa fase del campionato, non so se possa essere la mossa vincente».
Cosa può dare Walter Mazzarri a questo Napoli? «E uno che conosce benissimo la piazza. Ha fatto bene, è amato dai tifosi. È chiaro che ci siano ambizioni diverse, arriva in una squadra che lo scorso anno ha vinto.
Non dico che bisogna puntare al successo, il Napoli lotterà per i primi posti ma non per vincere il titolo. Però è chiaro che tornare in una piazza dove si è già stati, e tentare di ripetere quanto fatto da Spalletti, non è un ‘impresa semplice».
De Laurentiis non ha mai nascosto di stimare Mazzarri: è questo quel che è mancato a Garcia? «È un allenatore che ha vissuto l’ambiente, che conosce bene De Laurentiis. Sappiamo quanto il patron azzurro – prosegue Pià – sia una persona che vive di emozioni. Per questo, conoscere gia la piazza e lo stesso presidente sono un punto a favore di Mazzarri. Sappiamo, però, che un allenatore vive soprattutto di risultati e il Napoli, negli ultimi tempi, ha abituato al successo».
Tudor e Mazzarri sono stati i principali candidati a succedere a Garcia, ma entrambi prediligono la difesa a tre… «Un modulo con la difesa a tre ti può dare tanto, anche se bisogna avere i meccanismi giusti, i tempi giusti in fase di uscita. È un modulo che, se curato nei particolari e in base ai calciatori adeguati, può consentire di fare bene. Non resta che vedere quali sono i giocatori che riusciranno a interpretare questa impostazione. Parliamo di un modulo dispendioso e che va allenato con continuità».
Ha avuto poco spazio sino ad oggi, ma è tra i colpi più promettenti del mercato. Le piace Jesper Lindstrem? «È un ragazzo che era arrivato con l’onere di dover incidere. Penso, però, che un giocatore abbia bisogno di continuità e di potersi adattare ad un calcio completamente diverso. Il danese ha sicuramente delle qualità ma, nel momento at-tuale, sono tanti i calciatori che sono venuti a mancare, non soltanto Lindstrom. Anche lui, pertanto, è chiamato a dare qualcosa in più».
Crede che anche Kvaratskhelia potesse dare di più? «Sicuramente quella di Osimhen e un ‘assenza importante per la squadra. Kvara, tuttavia, è il calciatore che, in questo momento, manca di più al Napoli. Ha fatto delle prestazioni del suo livello, ci sono state partite in cui ha saputo fare la differenza. Ad oggi – continua Pià – però, non è riuscito a dare continuità a quanto mostrato lo scorso anno. Nella passata stagione è stato un giocatore sempre in grado di spaccare la partita e che riusciva a creare la superiorità con costanza. La flessione attuale può anche essere legata al momento di confusione che la squadra ha vissuto. Kvaratskhelia resta un calciatore forte e sono sicuro fara ancora bene».
Mazzarri sarà chiamato ad af-frontare, sin da subito, l’Atalanta. Quali sono le insidie della squadra bergamasca? «Dobbiamo capire come arriverà il Napoli e quali saranno le idee che il Walter trasmetterà alla squadra. L’Atalanta e una squadra forte, tosta e che ha cambiato modo di giocare rispetto la passata sta-gione. I bergamaschi stanno bene, si stanno disimpegnando in un ottimo campionato. Servirà intensità. Senza snaturarsi, ci vorrà la consapevolezza di dover alzare il ritmo contro una squadra in cui tutti vanno al massimo».
C’è un nuovo Inacio con la maglia dell’Atalanta: c’è speranza di vedere tuo figlio Samuele al Napoli? «Samuele è più forte di me! Con l’Atalanta sta giocando già da fuori quota, è nato nel 2008 e gioca con l’Under 17. Sarò sincero: mostra uno spunto palla al piede che è difficile da trovare in queste ca-tegorie, e talvolta anche tra i professionisti. Fisicamente è discretamente formato e ha una gran tec-nica, gioca sia trequartista che seconda punta. Anche in Nazionale si è fatto valere: sette gol in undici presenze con l’Under 15 e due gol in tre apparizioni con l’Under 16.
Ovviamente nazionale italiana! Per il momento lo sto seguendo io e cerco di insegnargli i valori dello sport: deve pensare a divertirsi ed a crescere, il tempo ci darà risposte sulla sua carriera. Per ora sta benissimo all’Atalanta, ma mi commuoverei nel vederlo indossare altre maglie indossate anche da me». Conclude Pià
Luca Cerchione per il Roma