Con Conte i conti tornano, sempre

Il leitmotiv del Napoli è unico quanto semplice: vittorie. La squadra di Antonio Conte con una vittoria d’incanto e d’acciaio ha facilmente archiviato la pratica Fiorentina, sorpresa del campionato insieme alla Lazio di Marco Baroni. Lo ha fatto, per giunta, senza il granitico Buongiorno, lo stakanovista Politano e l’imprevedibile Kvaratskhelia. Più che il risultato schiacciante, la vera grande prova di forza è stata proprio questa: vincere senza tre calciatori ad oggi imprescindibili. Infatti chi, in Serie A, riuscirebbe a vincere oggi rinunciando a tre pedine così importanti all’interno dello scacchiere? 

Accogliamo quella tendenza secondo cui le tre principali candidate per la vittoria finale siano Inter, Napoli e Atalanta. Questi ultimi, strapperebbero una vittoria contro una delle prime sei della classe senza il pretoriano di Gasperini Hien, l’instancabile Ederson ed il talentuosissimo Lookman? Allo stesso modo l’Inter ci riuscirebbe se si ritrovasse orfano contemporaneamente di Bastoni, Di Marco e Thuram? 

Nel calcio possiamo parlare di tutto, discutere, azzardare pronostici e strutturare le più disparate analisi, ma una plausibile risposta alle due domande è categorica: no. Ed è proprio in questo aspetto che si trae la grandezza di Antonio Conte, che sopperisce alle gravi mancanze con Juan Jesus – 33 anni e invitato alla porta in più di un’occasione -, Leonardo Spinazzola – 31 anni schierato in una posizione inedita – e David Neres, impiegato titolare soltanto per la quinta volta quest’anno.

Perché Conte valorizza, fa gruppo, stimola tutti i componenti della rosa affinché questi diano sempre il massimo. Non è un caso, infatti, che tutta la banda scudetto sia rinata sotto il suo controllo. Così come non lo è il fatto che il Napoli al giro di boa, momento clou della stagione, conti meno infortunati di Juventus, Inter e Milan. Per di più, standosene comodamente al vertice della classifica da inizio stagione e avendo recentemente inanellato quattro vittorie, in attesa della sfida contro l’Hellas Verona. 

Quanto è costata al Napoli questa rivoluzione? Un triennale fino al 2027 con ingaggio che può arrivare a 9 milioni di euro a stagione all’allenatore (il più pagato della Serie A), ed un mercato fatto su misura dal valore di 149,50 milioni di euro. Tanto, senz’altro. Ma dopo soli sette mesi da uno scudetto formalmente e moralmente scucito, il Napoli sogna – e probabilmente crede – di ripassare dalla sarta, per orlare nuovamente qualcosa di grande, molto grande. 

Perché, d’altronde, con Antonio Conte i conti tornano, sempre. 

Di Lorenzo Maria Napolitano

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