Juve, indagato Fagioli: avrebbe scommesso su piattaforme illegali. Se la violazione del codice sportivo venisse accertata, il giocatore rischierebbe dal minimo dell’inibizione a una squalifica di tre anni o più.
Il gioco d’azzardo non è un reato, se non in piattaforme illegali. Uno sportivo, qualunque sia il ruolo che ricopre (che sia un atleta, un allenatore o un dirigente) non può scommettere però sulla disciplina che pratica.
L’articolo 24 del Codice di giustizia sportiva esplicita infatti il divieto “ai soggetti dell’ordinamento federale, ai dirigenti, ai soci e ai tesserati delle società appartenenti al settore professionistico di effettuare o accettare scommesse. Direttamente o indirettamente, anche presso soggetti autorizzati a riceverle.
La squadra mobile della Polizia sarebbe risalita al giocatore della Juve nell’ambito di un’indagine aperta nei mesi scorsi dalla Procura di Torino. Ovviamente su un giro di scommesse su piattaforme online.
Adesso si prova a fare chiarezza sugli eventuali movimenti del centrocampista, con accertamenti esplorativi: da comprendere se Fagioli ha davvero scommesso e soprattutto su cosa.
Del procedimento è a conoscenza anche la Procura della Figc: la segnalazione è stata inviata dai legali dello stesso calciatore lo scorso 30 agosto. A seguire con attenzione l’evolversi delle indagini è il procuratore Giuseppe Chiné.
Un’eventuale violazione del codice sportivo porterebbe Nicolò Fagioli ad andare incontro a una sanzione, dal minimo dell’inibizione a una squalifica di tre anni o più, alla quale aggiungere un’ammenda a partire da 25 mila euro.
Fonte: La Gazzetta Dello Sport