Marino: “Garcia è solo un allenatore bluff”

Pierpaolo Marino, ex manager di Avellino, Napoli, Atalanta e Udinese ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de LA STAMPA parlando del Napoli, di Garcia e del campionato italiano.

Lei già sapeva che Rudi Garcia non sarebbe stato l’uomo giusto per confermare la stagione formidabile del Napoli campione d’Italia: «Pubblicai un post appena seppi della notizia del suo ingaggio. L’ho sempre reputato un autentico bluff sin dai tempi della Roma. E’ inadatto per il nostro calcio».

Beh questo Napoli partì proprio con lei? «Io individuai Castel Volturno per costruire il centro tecnico della squadra. Un luogo tranquillo dove immaginavo che i giocatori si sarebbero trovati bene lavorando in totale serenità lontano dai frastuoni della città. Concentrati e applicati».

E poi due colpi su tutti che hanno orientato il cammino… «Lavezzi ed Hamsik sono stati dei magnifici calciatori. Il primo fu convocato anche da Maradona con la Seleccion, il secondo è diventato una bandiera del club».

Oggi come lo giudica? «Una squadra fortissima, di alto livello. Qualche perplessità sul portiere c’è ma senza esagerare. Il Napoli può ambire ad avere in quel ruolo portieri migliori».

Questo campionato che cosa le sta dicendo? «Troppo presto per fare previsioni e individuare chi lo vincerà. L’Inter ha una buona rosa, il Napoli ha pagato la penalizzazione del tecnico. Mazzarri sta rimettendo a posto quei paletti costruiti con competenza da Spalletti. Possono accadere tante altre cose».

Funziona sempre il calcio all’italiana di cui lei è un sostenitore: negli ultimi anni ha insistito molto con Reja tra Napoli e Bergamo e avendo ragione… «Equilibrio e compattezza funzionano sempre così come il “primo non prenderle”. Oggi le gare si vincono per l’aspetto fisico, atletico. Sono diventati molto importanti gli staff, gli analisti che decidono preparazione fisica. Vedi quelli di Gasperini e di Juric, le squadre s’impongono per intensità sulla base di una tenuta atletica importante».

I divari sono sempre più inferiori? «Il bello del calcio, come di ogni sport, è che la piccola può battere una grande. E’ uno slogan. Ecco perché non credo alla SuperLega. Il gioco del marketing ha un limite in termini valoriali».

C’è un tecnico giovane che consiglierebbe oggi? «Gilardino e Palladino sono quelli che più mi convincono per idee e nuovi concetti. Conosco bene De Zerbi che ingaggiai nel mio Napoli quando giocava trequartista ma ormai non è più una scoperta. Seguo Pazienza che allena l’Avellino, la squadra della mia città, ma deve ancora dimostrare tanto».

E uno straniero? «Mi piace molto Franck Haise, l’allenatore del Lens. E’ davvero un piacere vedere la sua squadra nella Ligue 1. Consiglio la visione».

Marino in un nuovo club quando? «Sono arrivate delle telefonate ma voglio godermi ancora un po’ di riposo. La voglia di rientrare comunque è alta, staremo a vedere». Conclude Marino

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