“Il primo tempo del Napoli è stato imbarazzante per certi versi. Anche in un momento di difficoltà qualche contromisura la devi tenere – ha detto il giornalista Bucchioni a Radio Marte nel corso di “Forza Napoli Sempre”-ecco perché restano dei dubbi sulla gestione di Garcia, anche dopo due risultati positivi consecutivi. La squadra non si esprime più con personalità; vedi qualche azione individuale.
Ieri la partita l’hanno risolta Politano ed il Milan che pure ha fatto errori madornali. Il Napoli non fa pressing, non ha gioco corale. Persino la sostituzione di Rrahmani, che ha fatto un primo tempo disastroso, dà il senso di una bocciatura e un allenatore non lo fa mai. Così rischi di perderlo per sempre.
Tutti hanno negli occhi una squadra perfetta, il Napoli dell’anno scorso, che non è nemmeno una lontana parente di quella di quest’anno. Sono d’accordo sul fatto che sulla carta il Napoli avrebbe dovuto vedersela con l’Inter.
Le altre competitor, anche se commettono errori, hanno personalità, sanno cosa fanno quando scendono in campo. Mentre il Napoli faccio fatica a capire cosa vuol fare in campo, che tipo di calcio vuol fare. È legittimo mettere del suo ma, allora, Garcia avrebbe dovuto lavorare dalla prima giornata con quello che ha in testa.
La cosa importante è credere in quello che fai; la squadra deve credere in quello che fa l’allenatore il quale deve essere carismatico per far recepire il suo credo ai giocatori. Cosa che pare non stia succedendo. Un’altra cosa alla quale io sono sempre molto attento: ieri sera i giocatori, dopo i gol, si sono abbracciati tra di loro. Il che dimostra che l’allenatore è un uomo solo.
Questa è la mia sensazione. Seppur commissariato io la palla la passerei a Garcia. Fai vedere che hai il gruppo in mano, dai una personalità al Napoli, lavora sereno e dimostra. Da analista di calcio mi piacerebbe vedere la personalità della squadra, la capacità di interpretare le partite, il saper fare in campo quello che durante la settimana provi. Allora potrei dire che il lavoro è cominciato”. Conclude Bucchioni