La nazionale argentina di Alfio Basile che partecipò al Mondiale del 1994 negli Stati Uniti era una selezione piena zeppa di calciatori fortissimi: da Maradona a Redondo, passando per Balbo, Batistuta e Caniggia, solo per citarne alcuni.
Quell’edizione, però, fu funestata dalla positività all’efedrina ad un test antidoping di Maradona, con l’Argentina che venne eliminata dalla Romania proprio dopo la sospensione del Diez.
L’ex preparatore Signorini: “Grondona disse no”
Queste le parole di Signorini, ex preparatore atletico di Diego: “Prima dei Mondiali il medico della nazionale mi diceva ‘gli date tante pillole, ho paura’. Allora gli dico: “Perchè non dici a Grondona di togliere l’ordine dalla Fifa di fare il test antidoping a tutta la squadra?. Grandona disse no”
Signorini: “Grondona vicepresidente Fifa in cambio di Maradona”
Signorini ha raccontato il processo del controtest che avrebbe potuto cambiare tutto. Permettendo a Maradona di proseguire i Mondiali: “Quando avviene il controtest dell’antidoping, Peidró, uno dei medici dell’Argentina, vide le provette e c’era scritta la sostanza da cercare. Disse subito ‘Questo viola il protocollo, la controprova non ha valore e quindi Diego resta al Mondiale‘.
Gli altri si arrabbiarono, insultandolo anche. Uscendo incontrò Grondona e gli disse: “‘Diego è dentro, il protocollo…’ e Grondona gli disse di non parlare con nessuno di questa cosa“.