Napoli, che involuzione: a Como termina 2-1

Inter e Napoli possono essere rappresentati da due scalatori, il primo che arriverà in cima otterrà la gloria. Si susseguono strattoni, accelerazioni, pause, colpi proibiti. In questo momento la formazione di Simone Inzaghi è riuscita a superare gli azzurri, che per mesi hanno guardato tutti dall’alto verso il basso.

Il Napoli però s’è bloccato, impantanato: nelle ultime tre partite è riuscita a strappare soltanto tre punti, un pareggio per match. Un ritmo talmente tanto lento che non poteva non portare l’Inter ad approfittarne. Oggi, contro il Como, la squadra di Antonio Conte ha a disposizione solo la vittoria per restituire l’allungo – e anche per potersi permettere, al Maradona, nel prossimo big match, il lusso di beneficiare di due risultati su tre.

GARA SUBITO IN SALITA PER IL NAPOLI

Il match del Sinigaglia non inizia rispettando le promesse iniziali: un autogol piuttosto grottesco di Amir Rrahmani indirizza la partita sulla strada sbagliata, quella che il Napoli non voleva percorrere. Per fortuna, però, il rapporto di amicizia tra la cittadina lombarda ed il capoluogo campano s’è innervato fin dentro il terreno di gioco, ed i ragazzi di Fabregas hanno restituito subito il favore.

L’errore di Kampf nella propria trequarti è un invito a nozze per Giacomo Raspadori, che ha centrato il suo terzo gol in stagione. Ripristinata la parità il Napoli non riesce comunque a tenere il pallino del gioco: l’inerzia del match, infatti, non s’inclina mai davvero dalla parte della formazione di Antonio Conte, neanche nel secondo tempo.

UNA NOTA POSITIVA C’È!

Una delle poche note positive della partita è Philip Billing, rivelatosi abile mestierante nella zona nevralgica del campo. Il tecnico del Napoli sembra fidarsi parecchio di lui, al punto tale da concedergli una punizione – molto invitante – dal limite dell’area di rigore; il danese carica un buon tiro, la traiettoria è insidiosa, ma non sufficiente per sorprendere Butez.

NICO PAZ E DIAO

La squadra di Fàbregas non ha intenzione di essere una comparsa e tira fuori l’argenteria: Nico Paz e Assane Diao seminano il panico tra la difesa del Napoli, ma Buongiorno e Rrahmani – in netta ripresa dopo l’errore iniziale – riescono quasi sempre a neutralizzare i loro attacchi.

La partita è aperta, le dinamiche di campo avrebbero voluto un Como che prova ad ottenere un punto contro una delle prime della classe, ma Cesc Fàbregas straccia il copione ed inserisce Patrick Cutrone al posto del francese Caqueret. Un cambio sfrontato, da lungimirante visionario, ma che gli dà ragione: la rete di Diao è propiziata proprio dal ventisettenne ex Milan. Il gol di Diao, peraltro, è l’ennesima conferma del suo talento luminoso: d’altronde, non a caso, un quotidiano prestigioso come Marca anni fa lo raccontava già come “La última joya de la cantera del Betis“.

E solo il Como avrebbe potuto sostenere un simile investimento nel mercato di gennaio, sborsando 12 milioni di euro per un calciatore – per quanto forte – che aveva raccolto meno di trenta presenze in due anni nel club sivigliano.

Fàbregas ha imbrigliato Conte, sotto ogni punto di vista: le sue idee si sono rivelate più efficaci, ma il Como questa partita l’ha vinta non solo concettualmente. I lariani sono stati più carichi, cattivi, convinti: tutto ciò che il Napoli era, almeno fino a qualche partita fa, ma che ora non è più. Una grossa fetta di scudetto si giocherà la settimana prossima, e gli azzurri approveranno al match con un punto in meno.

Di Lorenzo Maria Napolitano

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