De Laurentiis parla dell’era Spalletti a Napoli.
Aurelio De Laurentiis ha mantenuto la parola parlando di tanti argomenti e del Napoli di Spalletti. “Ci vediamo dopo la Supercoppa” aveva detto dopo il mea culpa successivo al pari interno col Monza, con cui si era chiuso il 2023 del Napoli“.
La voglia di raccontare la propria versione è sublimata nella conferenza stampa che ha tenuto questa mattina a Castel Volturno, durata quasi due ore. Il flusso di coscienza del presidente è partito dal finale della passata stagione. “Spalletti aveva lo stesso contratto di Benitez – Prosegue De Laurentiis -, nel mondo del calcio l’istituto giuridico dell’opzione non è sempre compreso: molti pensano che sia bilaterale, invece è unilaterale ed io ho fatto ciò che bisognava fare per il bene del Napoli.
Io avevo il diritto di esercitarla entro un termine predeterminato con una comunicazione scritta, altrimenti poi si dice che è stato fatto tutto a voce. Non è una questione di carineria, è pura esecuzione giuridica. Abbiamo fatto un ulteriore ritiro in Turchia, siamo tornati e abbiamo fatto due mesi meravigliosi prima di calare a marzo. La nostra grande star Kvaratskhelia da marzo a novembre non ha più segnato e perdere un giocatore declinato in modo così potente può creare dei problemi.
Devo riconoscere a Spalletti che dopo un primo anno dove ho fatto un cleaning di personaggi che non remavano a favore della società, pur essendo professionisti, al secondo anno ha deciso di dormire qui senza disperdersi in frequentazioni, rimanendo sul pezzo. Lo confermerà nel film che sto finendo di montare.
Anzi, chiederò se è possibile fare una riproduzione a pagamento oltre a distribuirlo al cinema, o anche una proiezione allo stadio. Vorrei farlo uscire ad aprile. Dopo le tre partite col Milan ad aprile, volevo dimostrare di essere con Spalletti e gli mandai l’esercizio dell’opzione via pec.
In America mi considerano un avvocato rompicoglioni quando faccio i contratti, ma a casa mia si lavora in un altro modo. Mai avrei creduto che nella cena del 12 maggio con Chiavelli ci comunicasse l’intenzione di prendersi un anno sabbatico per tornare a fare il contadino in Toscana”.
De Laurentiis parla del calo del Napoli anche con Spalletti
Il racconto di De Laurentiis è proseguito, sempre parlando a lunghi tratti del Napoli di Spalletti, tra la gioia del campionato e il rimpianto europeo. “Ad un certo punto questo bell’impasto da cuocere non lievita come dovrebbe. Sono rimasto malissimo con Spalletti – prosegue De Laurentiis – di essere uscito dalla Champions League, mi aspettavo di poterla vincere. Ci è andata ad un passo l’Inter che aveva chiuso a 20 punti da noi in Serie A.
Vincere lo scudetto è importantissimo, vincere la Champions o arrivare in finale mi avrebbe garantito il Mondiale per Club che vale circa 100 milioni di investimenti”. Quindi, il focus si è spostato sulla ricerca di un nuovo allenatore. “Quando si cerca qualcuno, può succedere anche che non sia interessato.
Non mi davo per vinto, volevo trovare una modalità per trattenere giuridicamente e amichevolmente Spalletti. Mi venne anche il dubbio che Gravina l’avesse già contattato, ma sono solo dubbi e restano tali. Qual è stato il mio errore? Sarei potuto andare allo scontro frontale andando in causa, dovevo tenere il punto fermo. Se hai vinto lo scudetto e dici di amare la città, non credo che puoi cambiare così semplicemente, altrimenti fai pensare di non puntare più su questo gruppo. Ho sbagliato ad accettare la richiesta di Luciano per riconoscenza dopo la vittoria dello scudetto.
Non sono nella sua testa e non posso capire, è umano che per uno che non ha mai vinto nulla a parte in Russia e che ha avuto problemi a Roma e Milano, qui a Napoli fila tutto liscio e vuoi lasciare da grande vincitore. È l’unica interpretazione non malevola che voglio dare.
Il carattere di Spalletti – continua De Laurentiis – ha bisogno di andare a briglia sciolta, il Napoli era una cosa e la Nazionale ne è un’altra. Gli si confà perché non allena tutti i giorni. Non avrei dovuto concedergli il via libera, ora la causa è in mano agli avvocati: quel che sarà, sarà”.
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“Sapevamo che Kim sarebbe andato via – ha continuato De Laurentiis – non lo conosceva nessuno ma non abbiamo vinto un campionato soltanto grazie a lui. Non è facile trovare difensori centrali, poi la clausola degli extracomunitari è un’altra cosa che andrà tolta. Ci sono tante problematiche. Per Dragusin avevo offerto più del Tottenham, ma ha preferito l’Inghilterra e davanti a questo non si può combattere”.
Il discorso si è spostato sulla Champions League: “L’anno scorso è stato più semplice: il Liverpool è arrivato quinto, l’Ajax terzo. Ora avremmo avuto più problemi”.
Un pensiero è stato rivolto anche a Giuntoli, il direttore sportivo che ha plasmato la rosa dello scudetto: “Se avessi saputo che era juventino, non l’avrei preso con tutto il bene che voglio a lui e alla sua famiglia. Cristiano comunque, per qualsiasi cosa avesse bisogno, mi troverà sempre pronto a dargli una mano. Da novembre mi si era messo nelle orecchie perché voleva andare alla Juve”.
Dopo gli accostamenti degli ultimi periodi, De Laurentiis ha ammesso che: “Thiago Motta era nella lista degli eventuali allenatori, però in una conversazione avuta a Roma l’anno scorso mi disse che puntava all’estero. Quando invece l’avvocato e agente di Luis Enrique è venuto da me, abbiamo parlato per tre giorni e ha scelto il Psg. Ci sono dei club che hanno maggior blasone del Napoli, non mi posso arrabbiare se preferiscono il Manchester City”.
Le contestazioni
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Negli ultimi mesi, al presidente sono stati spesso contestati una presenza troppo forte a Castel Volturno e un potere decisionale più ampio. Accuse che sono state prontamente respinte: “Io lascio spazio ai miei collaboratori. Meluso è una persona di tutto rispetto, Micheli è adorabile e trova giocatori tutta farina del suo sacco. Avete detto che Lindstrom non poteva giocare da ala destra ma che era un trequartista.
Ho fatto preparare delle schede con cui vengono bandite le fregnacce”. Molti meriti, comunque, se li è voluti prendere. “I giocatori più importanti li ho trattati io e li ho presi io. Lo stesso Spalletti non l’ha portato Giuntoli, quando in quel gennaio Gattuso non stava bene per la miastenia oculare, lo convinsi a subentrare se Rino non si fosse ripreso. Lui non voleva ma mi diede disponibilità alla fine, poi senza la Champions è arrivato a giugno.
Se non ci fossi io, lo stadio a Napoli non si farebbe così come il centro sportivo in stile Manchester City. Ci sono i miei soldi personali a garanzia, ho bisogno che le leggi non siano così restrittive e poco a sostegno di chi vuole investire”.
Gli arbitri
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L’attacco frontale alle istituzioni non poteva mancare. “Degli arbitri non me ne frega un c…, facessero il loro mestiere. Arriverà un momento in cui le istituzioni dovranno ragionare diversamente. Io penso al 2030, immaginando ciò che devo fare affinché Napoli e il Napoli siano economicamente pronti a competere con le più forti del mondo.
Quest’anno il bilancio si chiude con 80 milioni di utili e 147 di riserve, non me li metto in tasca perché non mi servono. La Premier League è l’unica ad avere un certo fatturato, qui i tifosi sono voti, i politici non vogliono negare la frequentazione dello stadio affinché possano fare ciò che vogliono e dire ‘Napoli siamo noi’ o ‘Milan siamo noi’. La legge Melandri ha rovinato il calcio.
Abbiamo svenduto per i prossimi cinque anni la Serie A a Dazn e Sky, ho detto che volevo partecipare alla stesura dei contratti perché quei soldi potremmo vederli o non vederli mai. La Lega è inesistente. Vogliamo copiare l’Nba? Nessuno retrocede e tutti possono crescere negli anni e il mondo del calcio diventa diverso.
Questo è un ambiente rarefatto dove non esiste logica, è incancrenito e per pulirlo bisogna intervenire con l’accetta. Ecco perché si diventa sgradevoli e antipatici, quando in realtà si è solo propositivi. E questo in Italia è un problema. Combattiamo in un contesto sbagliato, siamo gli unici ad avere un bilancio in attivo e giochiamo contro squadre indebitate quasi per un miliardo che nemmeno dovrebbero iscriversi al campionato. Fatturiamo la metà di Juventus, Milan e Inter e ce la mettiamo tutta per essere perfetti.
Perché dovrei mettere dei soldi miei per rendere il Maradona uno stadio accettabile o fare 10-12 campi per le mie squadre? Empoli, Atalanta, Milan e Verona prendono le decisioni per tutti, perché così fa comodo a Lotito”.
Le scelte
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Il successore di Spalletti è stato Rudi Garcia. De Laurentiis è un fiume in piena. “Farei causa a chi dice che era bollito, ha fatto la finale di Europa League nel 2018 e la semifinale di Champions nel 2020 eliminando Juve e Manchester City. Quando alla presentazione disse che non aveva visto partite del Napoli, lo presi come se fosse un gioco, poi ha dimostrato di voler andare avanti per un suo percorso.
Spalletti adoperò subito i nuovi arrivi, lui no. Se l’avessi mandato subito a casa, cosa avreste detto? A Garcia ho dato diverse opportunità, appena mi allontanavo faceva cose discutibili e perdevamo. Sono sceso nello spogliatoio, contro l’Empoli, dicendogli che sbagliava a giocare così. Mi disse di lasciarlo stare, a quel punto o lo mandavo a fanculo o stavo zitto.
Gli dissi ‘ma vuoi farti cacciare?’. Sto c… di Empoli ci crea sempre problemi, come con Spalletti. Finita la partita l’ho mandato via. Esonerare per me è molto doloroso, lo continuo a pagare”. Il presidente ha svelato anche un retroscena sul preparatore atletico. “Avevo Sinatti, Garcia non lo voleva e Sinatti non voleva stare sotto Rongoni. Litigano e commetto l’errore di cacciare Sinatti.
Dovevo andare da Garcia e dirgli: o tu o Rongoni. Ho pensato spesso di esonerarlo, non l’ho fatto subito per educazione”. Si passa all’attualità. “Tutti a dire che Mazzocchi era un disastro dopo l’esordio, come Rrahmani a Udine. Mazzarri ha l’umiltà di capire, gli ho detto di ripetere il gioco di Spalletti ed è un errore perché poi diventa prevedibile. Zielinski? Non posso tenere un giocatore con dei dubbi sul suo impegno, magari pensa a non infortunarsi.
Se non faccio giocare Traorè, come faccio a sapere se riscattarlo? Kvaratskhelia al centro è tutt’altra roba, serve rinforzare centrocampo e difesa per non subire”. A proposito del georgiano: “Ho chiamato tutto il suo clan tre mesi fa, ci siamo riuniti e gli ho scritto quello che avrei voluto fare. Mi ha detto ‘presidente, stiamo bene qua, non si preoccupi che ne parliamo a fine campionato’”.
Lo stadio
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Il Napoli dovrà lasciare Castel Volturno tra un anno e mezzo, quindi il problema delle strutture è impellente. “Per lo stadio ho detto al sindaco Manfredi che se non ci mettiamo d’accordo entro quattro mesi lo farò ad Afragola o sul litorale di Pozzuoli.
Il centro sportivo dovrà essere pronto entro due anni”. Resta da definire il futuro di Mazzarri. “Mi fa incazzare essere reputati di passaggio. Walter è un amico di famiglia, lasciatelo lavorare. Vi pare che ora vi do l’identikit di un nuovo allenatore?”. Sulla questione Superlega, o comunque di una nuova competizione, si è espresso con un discreto favore. “Ho incontrato Florentino Perez in una clinica per dimagrire ad Alicante, gli ho detto che aveva avuto il merito di far partire l’elemento scatenante.
Il problema era che non si poteva proseguire da un punto di vista istituzionale e non si può votare considerando che l’Italia vale come San Marino. Un mare di cose sbagliate: se si ragiona come monopolio, si è antidemocratici. La Corte Europea ha dato la soluzione a tutti i problemi e una competizione con 100 miliardi di entrate sarebbe una rivoluzione.
Non parlo della Superlega, non mi sono mai espresso a favore perché è un’idea sbagliata, ma mi batto per la libertà del mercato. Vi sembra giusto che si interrompa il campionato a marzo per due amichevoli magari? Serve una lega alternativa, con quello nazionale che resta prioritario. Ogni volta si parla delle richieste di Sky o Dazn, quando dovremmo essere noi ad imporci.
L’ultima partita della domenica andrebbe giocata alle 18 e l’ultima del sabato alle 23, qui invece non sanno fare neanche i calendari. La Lega è da rifondare”.
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La conclusione
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Emblematico uno degli ultimi passaggi, in cui c’è tutto De Laurentiis: “Io dico chiedo sempre consigli, ma poi faccio come mi pare. Io non ho cadaveri negli armadi, perciò posso mandare a fanculo chi voglio. Io do sempre seguito alla ragione, ma non sono l’uomo del compromesso.
Se mi ritenessi un problema mi sarei già fatto da parte. Non ho un brutto carattere, sono adorabile secondo chi mi conosce. Se avessi un cattivo carattere, mia moglie svizzera sarebbe stata al mio fianco per cinquant’anni?”.
La Gazzetta dello Sport